Palo Santo e Rivoluzione! Intervento 8 Marzo 2025 – Lecce

Palo Santo e Rivoluzione! Intervento 8 Marzo 2025 – Lecce

Intervento al Presidio Antifascista – 11 Gennaio 2025

FRANZ

Oggi siamo qui per fare sentire la nostra voce, per non dimenticare e ricordare a tutte che la lotta che stiamo affrontando non ha mai smesso di essere urgente. Questa è una lotta di tutte le persone che si identificano come donne, come persone non binarie, come persone che vivono ogni giorno l’oppressione di chi cerca di limitare la nostra libertà. Oggi, siamo qui per dire che la lotta è transfemminista, e che le differenze si annullano quando si tratta di vivere le stesse discriminazioni nella vita quotidiana. La nostra lotta è una lotta per l’autodeterminazione, per la possibilità di scegliere liberamente chi vogliamo essere, come vogliamo vivere e chi vogliamo amare, senza paura e senza restrizioni.

PAOLA

Il precariato esistenziale nel quale ci ritroviamo, frutto del sistema guerrafondaio-capitalista-patriarcale, è la nostra maggiore vulnerabilità e allo stesso tempo il nostro punto di forza. Come le nostre vite queer, continuamente messe in discussione da chi porta avanti e replica dinamiche di potere che sono allo stesso modo frutto e nutrimento di quel sistema, e nel portarle avanti non fa che dare validità alle nostre esistenze, proprio perché fa di tutto per negarle e marginalizzarle. Siamo arrabbiate, deluse e amareggiate con chi non ci chiama sorelle per non riconoscere che l’origine della nostra rabbia è anche la sua. Basta col femminismo da aperitivo, quello che si beve tra un workshop e la presentazione di un libro, quello che piange per la vittima bianca e ben vestita ma volta la faccia quando a essere stuprata è una migrante, una sex worker, una persona trans.

SOFIA LUCE

Basta con i cortei-boutique che sfilano ordinati e puliti per poi tornare a casa senza sporcarsi le mani. Basta con il femminismo che si ferma ai simboli, che ha paura di disturbare, che si accontenta di chiedere invece di pretendere. Non siamo qui per commemorare. Non siamo qui per metterci una spilletta e sentirci a posto. Siamo qui per incendiare. Perché il patriarcato non si commuove, si distrugge. Il capitalismo non si convince, si sabota. La violenza non si cancella con un hashtag, si combatte casa per casa, strada per strada, posto di lavoro per posto di lavoro. Organizziamoci. Proteggiamoci. Scioperiamo. Blocchiamo. Costruiamo reti che non lascino nessunə indietro. Che il femminismo sia qualcosa che si può vedere, che si può sentire, che si può toccare. Che faccia paura.

MATHE

Vogliamo essere tante, talmente tante che i compagni che sono qui in piazza con noi inizino a mettere in discussione il loro utilizzo del maschile universale, e che continuino a farlo la prossima volta che prenderanno parola in un’assemblea. Vogliamo che ogni desinenza meno dettata dall’abitudine e scelta linguistica più consapevole li porti a riconoscere e smantellare le strutture mentali e le abitudini patriarcali intrinsecamente violente che le accompagnano. A partire da sé. Vogliamo che tra noi, in generale, vengano rispettate tutte le desinenze come le proprie. E tutte le autodeterminazioni come la propria. Vogliamo esser talmente tante per poter accogliere tutte le esperienze femminili e di femminilità—diverse da quelle che siamo solite vedere quando ci guardiamo intorno nelle nostre piazze, e che sarebbero arricchenti sia quantitativamente che qualitativamente. Vogliamo far parte di un percorso che si impegni attivamente a rendersi sicuro e invitante per ogni donna e per ogni persona che ha qualcosa da rivendicare. Vogliamo iniziare da noi perché abbiamo bisogno di sapere su chi possiamo contare al di là dei diritti. Perché i diritti che continuiamo a chiedere in queste piazze, e che ogni tanto ci vengono concessi, possono essere revocati in qualsiasi momento.

Skip to content